Il governo ha recentemente approvato una misura che segna un cambiamento nella politica salariale del Paese a partire dal 1° luglio 2024. Il provvedimento prevede che, entro il 2029, lo stipendio minimo corrisponda al 47% dello stipendio medio.
Questo adeguamento è in linea con la direttiva dell’Unione Europea che richiede agli Stati membri di implementare normative per assicurare salari minimi adeguati. La disposizione suggerisce che questi dovrebbero essere almeno il 60% del salario mediano lordo o il 50% del salario medio lordo. Da gennaio, si è assistito ad un incremento del salario minimo di 1.600 corone, raggiungendo le 18.900 corone. Questo aumento rappresenta il 41,1% del salario lordo medio previsto per l’anno corrente, segnando un passo verso l’obiettivo del 47%. Secondo il ministro del lavoro, Marian Jurečka, il salario minimo dovrebbe crescere annualmente dello stesso tasso percentuale, raggiungendo il 42,2% del salario medio l’anno successivo.
Inizialmente si prevedeva che il salario minimo sarebbe dovuto aumentare fino al 45% del salario medio entro il 2028, con una riduzione degli attuali otto livelli di salario garantito a quattro, applicabili esclusivamente al settore pubblico e alle imprese. Le perplessità espresse dal Ministero delle Finanze hanno però portato alla proposta di abolire completamente i salari garantiti, sollecitando un dibattito che ha coinvolto attivamente la Camera di Commercio. Quest’ultima ha invitato il governo a riconsiderare la proposta, suggerendo una riduzione degli importi garantiti o la loro applicazione limitata al settore pubblico e statale, qualora fosse necessario. La soluzione di compromesso adottata mira a istituire ex novo i salari garantiti per i dipendenti del settore pubblico e dell’amministrazione e garantire i salari garantiti esclusivamente ai lavoratori dipendenti. In questo modo si è cercato di mediare tra la richiesta sindacale di un salario minimo pari alla metà dello stipendio medio e la posizione dei datori di lavoro favorevoli alla sua abolizione o alla riduzione del rapporto salariale.
In base alle norme attuali, gli eventuali rialzi vengono decisi tramite un decreto governativo in seguito alle trattative tra le parti sociali. Il nuovo emendamento, stabilisce che la metodologia per l’aggiustamento del salario minimo si baserà sul salario medio atteso per l’anno successivo, annunciato dal Ministero delle Finanze entro la fine di agosto. Il governo introdurrà un coefficiente che considererà vari aspetti obbligatori quali il potere d’acquisto, il costo della vita, il livello generale dei salari e la loro distribuzione, il tasso di crescita del salari, nonché le tendenze della produttività a lungo termine a la sua evoluzione, e lo applicherà per un periodo di due anni. Successivamente, entro il 30 settembre, il Ministero del Lavoro stabilirà il salario minimo per l’anno successivo, moltiplicando il salario medio previsto per il coefficiente stabilito. Al posto degli attuali otto livelli di salario garantito, ne verranno applicati quattro, in base ai requisiti di qualifica stabiliti dal regolamento governativo. Più nel dettaglio: all’interno del gruppo di lavoro 1, il salario garantito corrisponderà al salario minimo; per il gruppo 2, il salario garantito sarà incrementato a 1,2 volte il valore del salario minimo; per il gruppo di lavoro 3, il salario garantito aumenterà a 1,4 volte il salario minimo; e per il gruppo 4, il salario garantito raggiungerà 1,6 volte il salario minimo.
In pratica:
– entro il 31 agosto 2024, il Ministero delle Finanze pubblicherà una previsione dei salari medi lordi per l’anno 2025;
– dopo aver consultato le parti sociali e valutato l’adeguatezza in base ai criteri obbligatori, il governo stabilirà tramite regolamento due coefficienti per il 2025 e 2026 utilizzati poi per prevedere il salario lordo medio dell’anno in questione;
– in base a ciò, il Ministero del lavoro annuncerà il salario minimo per il 2025 entro il 30 settembre 2024 e farà lo stesso nel 2025.
La riforma, che riflette la dichiarazione programmatica del governo e integra la direttiva UE sui salari minimi adeguati, rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della sicurezza economica dei lavoratori e l’armonizzazione delle politiche salariali a livello europeo. Con questo approccio, si cerca di bilanciare le esigenze del mercato del lavoro con la necessità di garantire condizioni di vita dignitose per tutti i lavoratori.
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