Possibili restrizioni sulla cannabis light in Italia
In Italia, il governo Meloni ha recentemente incluso nel “DDL Sicurezza” un emendamento che modifica la legge n. 242 del 2016, relativa alla filiera e alla coltivazione della canapa. Questo emendamento, approvato nei giorni scorsi, prevede il divieto di produzione e commercializzazione della cosiddetta cannabis light, ovvero quella con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Tuttavia, è importante notare che il DDL non è ancora entrato in vigore, poiché deve ancora completare l’iter legislativo.
Attualmente, la legge consente l’uso della cannabis per scopi industriali se il contenuto di THC è inferiore allo 0,2%, e prevede che se il contenuto di THC risulta superiore ma non oltre lo 0,6%, non vi sia responsabilità per il coltivatore.
La cannabis industriale in Italia può essere utilizzata per diversi scopi, tra cui la produzione di alimenti e cosmetici; la creazione di semilavorati come fibre, polveri e oli, e come sovescio per migliorare la fertilità del suolo. È Inoltre, impiegata in bioingegneria, edilizia verde, per la fitodepurazione di siti inquinati, e attività didattiche e di ricerca, e coltivazioni floricole.
Dal settembre 2021, il Ministero della Salute ha chiarito che, previa autorizzazione, la cannabis industriale può essere coltivata per rifornire aziende farmaceutiche. Se, invece, un agricoltore coltiva senza autorizzazione una cannabis che non rientra nella definizione di “cannabis industriale”, può essere punito con la reclusione da sei a venti anni e con una multa da 26.000 a 260.000 euro.
Per quanto riguarda il CBD, il 24 ottobre 2023, il TAR Lazio ha stabilito che non è una sostanza psicoattiva e non deve essere inclusa nell’elenco delle sostanze stupefacenti. Ciò ha permesso la ripresa della vendita di prodotti a base di CBD per ingestione. Tuttavia, il governo ha annunciato un nuovo decreto per regolamentare il CBD, ma finora non ci sono stati sviluppi concreti. La Commissione Europea ha chiarito che il CBD non è più considerato un nuovo alimento, eliminando la necessità di autorizzazioni specifiche. Il CBD può essere utilizzato anche nei cosmetici, purché siano conformi al Regolamento (CE) n. 1223/2009 e non contengano sostanze stupefacenti.
Il 25 maggio 2024, un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza ha proposto il divieto di coltivazione e vendita di infiorescenze di cannabis con THC inferiore al 2%, non destinate a usi industriali o medici. Questo includerebbe la cannabis “light” con THC inferiore allo 0,2%. Inoltre, un sub-emendamento del 29 maggio 2024 vieta l’uso di immagini o disegni stilizzati della pianta di canapa in qualsiasi forma di pubblicità, con pene che possono arrivare fino a due anni di reclusione e multe fino a 20.000 euro. I testi sono attualmente all’esame delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Parlamento e saranno discussi nei prossimi mesi.
Questa proposta legislativa punta ad equiparare la cannabis light, attualmente venduta nei punti vendita autorizzati, alla cannabis “classica”, classificandola tra le sostanze controllate ai sensi del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti. Le associazioni di settore, come l’ICI (Imprenditori Italiani della Canapa), hanno espresso il loro dissenso, evidenziando le possibili conseguenze economiche e sociali di tali restrizioni. Tra queste, si evidenzia il rischio di perdere migliaia di posti di lavoro creati negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani, e una riduzione significativa del fatturato delle aziende coinvolte, con ripercussioni negative sull’intera economia italiana. Questa proposta rappresenterebbe un notevole passo indietro rispetto alla recente apertura della Germania, che ha autorizzato il primo Cannabis Club del paese, e si porrebbe in contrasto con la tendenza europea verso una maggiore liberalizzazione della cannabis. Tuttavia, il destino di queste modifiche rimane incerto, poiché sono ancora in fase di discussione e non è chiaro se e quando saranno effettivamente implementate.
Mercato della cannabis light in Repubblica ceca
Di fronte alle incertezze legislative e alle restrizioni potenziali del mercato della cannabis in Italia, la Repubblica Ceca emerge come un’opzione interessante per le aziende del settore. Con un quadro normativo più favorevole, il paese consente la coltivazione e la commercializzazione della cannabis light con un contenuto di THC fino all’1%, superiore al limite dello 0,2% imposto in Italia. Questo rende possibile un margine operativo più ampio per le imprese interessate, che trovano inoltre in Rep. Ceca ottimi servizi di logistica per le spedizioni intracomunitarie, vista la posizione centrale del paese all’interno dell’UE.
In Repubblica Ceca, la cannabis con un contenuto massimo di THC dell’1% è permessa per scopi industriali, tecnici e di giardinaggio, inclusa la vendita. Tuttavia, la coltivazione su una superficie superiore a 100 m² deve essere notificata all’autorità doganale competente, con sanzioni amministrative significative in caso di violazione. Per quanto riguarda il CBD, le norme sono ancora in evoluzione e non uniformi, ma esiste una tolleranza zero per il THC negli integratori alimentari. Inoltre, i cosmetici a base di CBD sono legalmente commercializzabili purché non contengano THC.
Nel febbraio 2024, il governo ceco ha aggiunto sostanze come esaidrocannabinolo (HHC) e tetraidrocannabinolo (THCP) all’elenco delle sostanze controllate, riflettendo una maggiore attenzione alla sicurezza pubblica. Nonostante queste regolamentazioni, il contesto rimane più permissivo rispetto a quello italiano, offrendo un ambiente potenzialmente più redditizio per le aziende italiane che desiderano espandere la loro attività. Questa flessibilità normativa potrebbe rappresentare un’alternativa valida per le aziende che cercano di evitare le restrizioni del mercato italiano e sfruttare le opportunità di crescita in un mercato più aperto.
Fonte: https://cms.law/en/int/expert-guides/cms-expert-guide-to-a-legal-roadmap-to-cannabis/italy https://cms.law/en/int/expert-guides/cms-expert-guide-to-a-legal-roadmap-to-cannabis/czech-republic https://cannareporter.eu/en/2024/07/15/Italy-amendment-that-wanted-to-ban-light-cannabis-was-shelved/
Immagine generata dall’ AI
Fonte grafica: https://storyset.com/